• Phone: 392 607 0876
  • info@professionalemp.it
Stay Connected:

La direttiva UE 2014/95, recepita in Italia dal D.Lgs. n. 254/16, introduce e definisce le valutazioni ESG, ampliando la sfera della rendicontazione d’impresa alle variabili environmental (E), social (S) e governance (G)[1]. I soli indicatori finanziari come il fatturato, l’EBITDA, la posizione finanziaria netta, il patrimonio netto, non sono sufficienti a garantire l’adeguata informativa verso gli stakeholders. Un ruolo fondamentaleè detenuto dalleinformazioni ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva – c.d. non financial reporting[2] -, necessarie perla comprensionedell’andamento dell’impresa, dei suoi risultati, della sua situazione, dell’impatto della sua attività[3]Di seguito, l’approfondimento a puro titolo esemplificativo, degli aspetti operativi ed applicativi della disclosure non finanziaria in ordine al Modello aziendale di gestione ed organizzazione come tema del D. Lgs. N. 254/16.

La volontarietà del NFR, il risk assessment e la gestione dei rischi finanziari e non finanziari

Le PMI possono scegliere, su base facoltativa, di redigere l’informativa non finanziaria[4] con l’obiettivo di rappresentare le scelte strategiche di integrazione della sostenibilità nei processi di business e di assicurare il governo della creazione del valore sostenibile nel tempo, in un orizzonte temporale medio-lungo, che comprenda in modo coerente i rischi non solo finanziari ma anche legati alle variabili ESG. La scelta volontaria della rendicontazione non finanziaria[5] innesca un’attività di mappatura del rischio e raccolta dei dati inerenti a tematiche di natura economica, di governance, sociale ed ambientale, tale da permettere all’impresa non solo di conoscere la natura dei rischi potenziali ed effettivi derivanti dagli ambiti tematici tradizionalmente considerati non finanziari, ma anche di prevenire i potenziali impatti rilevanti nel breve termine[6]. Ciò significa che, i temi di sostenibilità possono produrre effetti considerati “financially material” di impatto sui risultati economico-finanziari dell’azienda, ad impatto sulla sua posizione competitività, sul processo di creazione del valore e sulla continuità aziendale. Da qui, la consapevolezza a livello di governance, della necessità di rivedere i modelli di business d’impresa in un’ottica di sostenibilità strategica e l’adozione di un Modello di sviluppo sostenibile (SBM)

Le forme di rendicontazione non finanziaria

Le forme di rendicontazione si fondano su veri e propri principi di redazione che sono definiti dagli standard setters internazionali, nel caso dell’informativa non finanziaria i principi di riferimento sono quelli emanati dal Global Reporting Initiative (GRI), dall’International Integrated Reporting Council (IIRC) o dal Sustainability Standard Board (SASB).

Si rinvia per la lettura per intero al liink

L’ informativa non finanziaria (NFR): aspetti operativi a presidio della continuità e degli adeguati assetti organizzativi delle PMI

 

Add Your Comments

You must be logged in to post a comment.