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Le società IAS/IFRS adopter sono chiamate a svolgere l’impairment test degli assets di bilancio: materiali, immateriali e finanziari[1], secondo lo IAS 36.12[2], ogni qualvolta si manifestino fattori esterni od interni di presunzione di perdita di valore[3]. Deve osservarsi che, sotto il profilo operativo, l’attenzione dei processi di impairment è di regola prevalentemente baricentrata sul momento della stima, trascurando le attività di competenza degli organi amministrativi e di controllo, management ed esperti di valutazione.[4] L’Organismo Italiano di Vigilanza (OIV) ha inteso rilevare questa carenza[5] assentendo che, il corretto approccio al processo di impairment non deve limitarsi alla mera tematica valutativa, ma deve esplicitare le altre attività di pari rilevanza che impattano sulla compliance di governance[6]. Questo vale ancora di più nel contesto di valuation uncertainty di questo momento, agli effetti della crisi pandemica, che richiede maggiore avvedutezza dell’organo di controllo sulla vigilanza della stima del valore recuperabile e dell’affidabilità della disclosure di bilancio.

 

La definizione della procedura di impairment ed il ruolo dell’organo di controllo

Le best practices[7]dirette a minimizzare i rischi di errore nel processo di impairment-test focalizzano l’attenzione su:

  • la definizione della procedura;
  • l’informazione prospettica;
  • l’analisi dei risultati;
  • la corretta disclosure di bilancio

Spostando il punto di attenzione dalla mera tematica valutativa e quantitativa a quella del processo che impatta sulla governance, devono innanzitutto perimetrarsi i momenti della definizione della procedura d’impairment in due fasi: una preliminare che comprende il risk assessment, l’architettura, le risorse ed il mandato all’esperto di valutazione; la seconda, successiva, che attiene: i presidi e i rimedi, l’informazione sul valore recuperabile, la disclosure.È esemplificativo analizzare per ciascuna di queste fasi i compiti ed i ruoli dei soggetti: amministratori, organo di controllo, managements ed esperti di valutazione[8]ad evidenza di come una procedura a regola implica la definizione di protocolli e procedure che normalizzano i flussi informativi tra gli stessi.Nel proseguo, nell’interesse di questo contributo, ci si sofferma sul ruolo dell’organo di controllo.

Prima fase: il risk assessment. Qui, l’organo di controllo vigila sull’adeguatezza e sull’efficacia del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, tenendo conto delle dimensioni e della complessità della società. Un sistema di controllo interno risulta adeguato se permette la chiara e precisa rilevazione dei principali fattori di rischio aziendale, e ne consente il costante monitoraggio e la corretta gestione. L’organo di controllo, nell’ambito dei suoi poteri e doveri generali di vigilanza sull’adeguatezza e sull’efficacia del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e dell’affidabilità dell’informativa finanziaria, è tenuto  a verificare (e a intervenire al bisogno) che, l’organo di amministrazione abbia: (i) approvato il set di segnali interni od esterni di perdita di valore ed il risk assessment (definizione di criticità) relativo all’impairment test, da inserire nella procedura; (ii) definito e approvato l’analisi dei segnali interni o esterni di perdita di valore; (iii) inserito nella procedura il set di  indicatori di cui al  punto (i) e la metodologia sottostante al risk assessment.

Puoi trovare il commento per intero al seguente link:

La procedura dell’impairment-test tra tecnica e governance: il ruolo dell’organo di controllo

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